Il glaucoma è una malattia oculare che, se non trattata, provoca la perdita progressiva della vista fino alla cecità. Il danno causato dal glaucoma è irreversibile, quindi è fondamentale diagnosticarlo in tempo.
Il glaucoma nelle sue fasi iniziali è asintomatico, è quindi molto importante sottoporsi a visite periodiche di controllo a scopo preventivo (soprattutto dopo i 40 anni).
Esistono alcuni fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare la malattia:
– Età avanzata
– Traumi oculari
– Predisposizione ereditaria (alcune forme di glaucoma sono più frequenti tra consanguinei)
– Diabete
– Ipertensione sistemica
– Prolungata terapia con farmaci cortisonici
– Miopia
La Iontoforesi è una
nuovissima tecnica che serve per facilitare l’assorbimento della
riboflavina (farmaco che sottoposto
all'azione dei raggi ultravioletti rende più rigida la cornea) all’interno
della cornea ed è indicata per la terapia del cheratocono e in generale per
contrastare lo sfiancamento corneale. Questo intervento è eseguito senza dover
rimuovere l’epitelio, riducendo le complicanze, seppur infrequenti.
La quantità di riboflavina assorbita è
nettamente maggiore a quella ottenibile con la tecnica di cross linking trans
epiteliale.
L'intervento è
ambulatoriale e si esegue in anestesia locale (gocce). Il paziente dopo
l'intervento può tornare a casa; essenziale è l'esecuzione di periodici
controlli post-operatori nei mesi successivi al trattamento.
I vantaggi della iontoforesi rispetto alle tecnica di rimozione dell'epitelio sono:
Oggi parliamo di occhi e allattamento:
- E’ vero che durante la fase dell’allattamento può capitare di vedere sfuocato?
Può accadere in conseguenza di una carenza di ferro o di transferrina: entrambe contribuiscono a rendere il sangue ricco di ossigeno, necessario per il buon funzionamento della retina. In tal caso, è bene tenere sotto controllo questi valori e concordare con il ginecologo un’eventuale integrazione, utile anche – e soprattutto – per garantire nutrimento e ossigenazione adeguati al bebè. Inoltre, possono influire le variazioni ormonali dei nove mesi, in particolare l’aumento del progesterone, che può provocare una maggiore imbibizione e un ispessimento della cornea, modificando temporaneamente il grado della miopia.
La miopia, il difetto visivo più comune e diffuso al mondo (solo in Italia ne è colpito il 25% della popolazione) è la difficoltà a leggere e vedere bene da lontano. E' causata nella maggior parte dei casi dal bulbo oculare troppo lungo rispetto al punto di focalizzazione della cornea e del cristallino dell'occhio; per via di questa anomalia i raggi di luce arrivano in un punto davanti alla retina e non sulla retina stessa. Un altro fattore che causa la miopia può essere la cornea che risulta troppo curva in rapporto alla lunghezza del bulbo oculare; anche una combinazione di entrambi i fattori può portare alla miopia.
Ma come si riconosce la miopia?
Visto il tipo di difetto è semplice rispondere "quando non si vede bene da lontano" ma è bene non sottovalutare anche altri segnali che potrebbero sembrare non collegati direttamente alla miopia.
Eccone alcuni:
In linea di massima la miopia comincia nell'età dell'infanzia e progredisce fino alle prime fasi dell'età adulta ma non sono rari altri tipi di percorso da parte di questo difetto comune della vista.
E' quindi bene in presenza di uno o più di questi sintomi procedere ad una visita di controllo.
E' opinione diffusa che la gravidanza e l'allattamento contribuiscano ad abbassare la vista delle donne. In realtà non è così ma possono comunque insorgere altri fastidi che giustificano un controllo dall'oculista:
1) nell'ultimo trimestre della gestazione gli occhi possono subire delle alterazioni e si può anche avere difficoltà nella messa a fuoco, con la sensazione di vedere di meno; l'alterazione dell'equilibrio ormonale della donna infatti, causando un maggiore gonfiore dell'occhio, modifica la curvatura sia del cristallino che della cornea.